Ed eccomi di nuovo al giorno dopo. Sto seduta qua, con il sorriso stampato e una contentezza dentro che mi riempie tutto, la testa, il cuore, il corpo. Una dormita di 8 ore, una colazione abbondante, ora il caffè. Scarico e sistemo le foto che in tanti mi hanno fatto ieri e che mi stanno mandando, e a ogni foto un sorriso, un’emozione incredibile.
Così, ne ho fatta un’altra. La mia seconda Maratona milanese, qui racconto la mia prima esperienza, perchè solo qua alla fine è bello correre, cioè non sempre e non solo, ma qua sei a casa e hai un tifo a dire poco stratosferico. È qua che la tua maratona inizia già il venerdi al village. È qua che incontri tutti, che saluti e baci tutti. Che tutti ti chiamano per nome, ti incitano, ti abbracciano, ti spingono al traguardo. È qua che per tutti sono Superlù. <3
Non sto a dire e ridire che non avevo allenamento, nessun lungo se non qualche Mezza, non ero intenzionata più di tanto a farla, mi ero iscritta presa da un raptus di non so che, così senza riflettere un pò come tutte le cose che faccio. Mi sono iscritta il 10 febbraio. Adesso, solo adesso, so perché.
La mia intenzione era fare bene la Mezza, poi ritirarmi, anche se hai sempre quella cosa che oramai sei lì..vuoi non andare a prendere la medaglia? E comunque l’idea era quella, poi quella di non partire neanche, poi boh, si no forse.. alla fine ho pensato che l’ultima decisione sarebbe spettata al meteo. Che un’altra gara come la Stramilano, a stare male a quel modo mai più.
Il meteo promette bene. Nuvolo con qualche pioggerella per tutta la mattina. Quindi è deciso. Parto, finché ne ho vado, quando inizio a soffrire mi fermo, cammino, mi ritiro.
Sveglia alle 6.30. Appuntamento con Monica e Erika alla metro. Poi eccoci ai Giardini Montanelli. C’è già un sacco di gente ovviamente. Vedo Roberto, andiamo a bere il caffè. Saluti baci pipì via la tuta deposito borse pipì gel pregara coda ai bagni massaggio alla gamba sinistra che sta contrattura mi infastidisce. Robi va nella sua griglia. Poi Betty e Margherita alla loro prima Maratona. Stiamo insieme. VedoBeppe e Marino, e Igor, magari corro con loro. Non so.
Comunque sono elettrizzata. Essere qui di nuovo, è qualcosa di speciale. E poi, sto benissimo. La Betty è agitata, piange. Credo che quei momenti lì prima dello sparo, in molti si chiedono: che cazzo sto facendo qui. In realtà pure io, ma sono talmente serena nel mio fermarmi alla mezza, che il pensiero oggi non mi sfiora.
Boom. Si parte. Tra ali di folla. Simona e il Vinx pronti a fotografarci dietro le transenne, Marziani delle staffette a fare i tifo, e un milione di facce, colori, sorriso, fotografi. Non potete capire, o sì, se eravate lì.
E così, ora sono qua. Le ragazze le perdo subito e vado. Raggiungo i palloncini, poi li supero e ne raggiungo altri. La salita dei Bastioni, il centro storico, passaggio in Duomo, la Scala. In Cairoli i primi velocisti della staffetta ci superano, vanno come delle lippe. Poi il Castello Sforzesco, l’Arco. I primi 10 km li faccio davvero benissimo, in un tempo ottimo. E il primo cambio di staffetta, in via Pagano, è come sempre esaltante. Il Garmin inizia a segnalare qualche metro di differenza. In zona Sempione Linus in bici guarda la maratona passare e noi lo salutiamo.
Il nuovo bastone di via Washington è un momento dove tutti si incrociano e si salutano, un momento bellissimo e molto meno pesante di corso Sempione. La musica sul percorso, almeno quando passo io, lascia un pò perplessi. Dico, ma puoi suonare Sound of Silence in acustico a una gara? Forse c’è bisogno di rock’n’roll, baby!
Ed ecco il momento della Mezza. Passo il gonfiabile, e sto da dio. Due ore e 11 credo. Perfetto. Quindi perché fermarmi? A tratti c’è il venticello fresco, il sole esce ogni tanto, la temperatura è magnifica. Il tifo è ovunque, e gli automobilisti non si sentono. Una gara perfetta. Una Milano perfetta. Una Milano che finalmente partecipa a questa grande festa.
Proseguo sempre molto bene, sono strafelice di essere qua. Neanche so come ci sono arrivata fino al 25esimo. In zona Trenno c’è bar sulla strada, che tra gel, compresse, cioccolatino, arance, integratori una sosta ci sta tutta e poi riparto verso il 30°. Sto molto meglio dell’anno scorso, che avevo fatto tutti i miei lunghissimi come da tabella e oggi invece..chi osa il mio corpo..
Altro cambio staffetta, le Wir Giovanna, Elisa, Somona e Alessio e non so ora chi altri, ho i ricordi confusi, mi vengono incontro con un tifo sfegatato, io cammino, tanto non ho fretta e dico: al cartello dei 30 mi fermo (che il Garmin nel frattempo segnava già 31). Mi faccio dare del ghiaccio istantaneo per a contrattura e i crampi che stanno salendo.
Poi al 30° il tifo Marziano, obbligo Laura a fermi una foto al cartello, e proseguo perché la testa c’è tutta oggi. Nessuno svarione, nessun muro, nessun attacco di panico, ne ansia, batticuore, respiro benissimo e nessun magone come alla Stramilano. Solo i crampi ai polpacci,e un pò la contrattura sua caviglia che sta salendo a farmi male e obbligarmi a camminare un po’. Ma va bene, ci sta tutto. E a differenza dello scorso anno, tutto il tratto dal 25° al 35° è senza macchine che suonano e automobilisti incazzati. E’ anche per questo che ringrazio il cielo coperto, perchè non ci sono in giro persone a rovinare ne la festa ne la corsa.
Decido di ascoltare la musica e la prima canzone che parte è Vasco: Ho fatto un duro incontro questa mattina, ho fatto un duro incontro, questa mattina. Mi son scontrato contro la mia testa così diversa da quella che mi ricordavo ieri sera. Non è forse azzeccatissima al momento? Sorrido e canto. Tengo e cuffie per qualche km, ma poi la musica e le cuffiette stesse mi infastidiscono, preferisco il silenzio e i rumore di quello che succede intorno. Al 35° il ristoro della Enervit non ha più niente e questo non è bello, per niente. Per fortuna il Vinx è lì a fare qualche foto e a darmi un pò di carica giusta!
Poi eccoci a Casa Milan, e il mio pensiero chissà perché va ai miei nonni e a Fabrizio. Alla mia prima Maratona. Al fatto di essere qua e di correre, correre correre..
All’1 e 50 mando un messaggio a Roberto per dirgli che sono al 37°, che me ne mancano solo 5. Lui ovviamente è già arrivato da un pezzo e la sua risposta è immediata: cazzo che roccia. Incredibile. Perché solo lui sa veramente quanto NON mi sia allenata e quanto veramente sia incredibile che la stia correndo tutta. Anche ora che lo scrivo, dio..che emozione, mi salgono le lacrime di nuovo.
I palloncini delle 5 ore mi superano, ma ora sono stanca, e al 39°, sempre tenendo conto che il Garmin mi segna 1km e mezzo in più, mi viene la crisi. Mi sale il magone, respiro a fatica. Cammino e corro. Corro e cammino. Mi supera Chiara che sta facendo l’ultima tratta della staffetta, la saluta e capisco che sia stranita quanto me di trovarmi sul percorso. Poi i maledetti sanpietrini del Fatebenfratelli a uccidermi del tutto e anzi no, mancano ancora i Bastioni. L’ultimo km.
Inizio a correre, le gambe di legno, ora mi fa un po’ male tutto, la salita è distruttiva ma lì proprio nel punto più alto dei Bastioni il super mega gruppo dei Pigeons, Red Snakes, Homies a farmi una tifo che non sono capace a descrivere, Francesca e Sara fanno qualche metro con me, ma le dico di non toccarmi, di andare piano e Francesca che è felice di vedermi lì e io che sono incredula che quello che ho fatto oggi.
Ora l’emozione davvero non ha voce, e piango di felicità che la corsa è anche tutta questa roba qua, gli amici che ti incitano, che ti sostengono, che credono più di te nelle tue capacità, e poi tutte le Women in Run subito giù dalla discesa e ancora la commozione che non si ferma e il traguardo è lì girato l’angolo e poi mancano 200 metri, 150 e tutti a fare ancora il tifo dietro le transenne e ce la metti tutta e Luca con il microfono in mezzo al percorso a 50 metri del traguardo a darmi i cinque, a dirmi che è finita ed è finita davvero. Cinque ore nette per la mia seconda Maratona. E sì, SONO FELICE.
E allora adesso sì, posso finalmente singhiozzare, respirare, tirare il fiato, provare a fare stretching ai polpacci, ma invece no mi fanno un male boia e mi incammino a prendermi sta strameritatissima medaglia, e quando la ragazza me la mette al collo crollo davvero. Faccio la foto ufficiale e Cesare è lì a salutarmi e io piango e continuo a piangere come una fontana senza riuscire a smettere che anche la fotografa ha dovuto aspettare, ma in realtà spero che abbia immortalato il momento di felicità.
Poi l’abbraccio della Robertina e finalmente anche Roberto è lì e sono le uniche braccia nelle quali ora voglio stare e piango fino a calmarmi e sono così contenta e stanca e felice e incredula, e lui anche ci crede meno di me che l’abbia fatta tutta. Ma sono lì, con la mia medaglia, le mie 5 ore spaccate, le mie gambe traballanti e tutte le mie lacrime. E andiamo a prendere la borsa e cambiarci. E poi i saluti di nuovo, le girls, i complimenti, le foto, i sorrisi.
Che giornata meravigliosa. Che gara meravigliosa. Oggi è stato tutto perfetto, testa e cuore, un po’ meno le gambe, ma d’altronde senza allenamento è già tanto che oggi riesca a camminare con una certa disinvoltura.
Un clima pazzesco. Una città intera in festa. Un’organizzazione a livello internazionale. Una Maratona spettacolare.
Grazie grazie grazie innanzitutto a Roberto che crede sempre in me, a Run18 tu sai perché, a tutti quelli che mi hanno tifato, applaudito, chiamato per nome, ai miei fotografi preferiti: Giovanna, Capasso e Dominic e anche a tutti gli altri sul percorso, grazie a chi mi ha scritto prima dopo e durante, ai messaggi, ai complimenti e alle foto mandate in privato.
Applausi alle Girls, alle Women in Run, ai Pigeons, Homies e Red Snakes, agli Urban Runners tutti, ai pacer per tutto quello che hanno fatto per me, anche inconsapevolmente. A Trabuio e all’ottima organizzazione, alla sempre gentilissima Alice e al suo pass per l’hospitality dove pomodorini e mozzarelline hanno ridato vita a questo corpo affaticato. Grazie a Maurizio e alla bella chiacchierata post gara. E a Monica per il passaggio fino alla metro. Grazie alla birra e alla pizza di esistere sempre, a qualsiasi ora e in qualsiasi momento. E infine, grazie a Milano e ai cittadini di una città stupenda, che finalmente è parte di questa giornata di festa che è la Maratona e la sua Relay.
Oggi è una giornata speciale e la medaglia al collo non me la leva nessuno.