Ekirun. La staffetta che non ti aspetti

Domenica mattina, si è svegliato già il mercato.. Mi alzo alle 7 per partecipare a una staffetta all’Arena di Milano che vedrà la mia frazione partire intorno alle 11.30. Poi ci si chiede perché lo fai. Ieri mattina era il giorno della fatidica maratona a staffetta: l’Ekirun. Sei staffettisti per sei tratte. La prima frazione ibrida di 7 km, poi alternate una da 5 a una da 10. Esattamente dieci giorni fa ero convinta che quest’anno non ci avrei partecipato, poi RunLikeNeverBefore mi chiede se voglio organizzare un team, seppur con tempistiche super ristrette, e se avevo voglia di fare l’inviata specialissima per il blog.

Vabbè, se vuoi provocarmi, son pronta! Quindi stalkero tutte le mie amiche papabili e non, con non poche difficoltà perchè la data della gara coincide con il compleanno di molte. Alla fine riesco a organizzare solo mezza staffetta, quindi chiedo un aiutino al grupppo Women in Run Milano, che stanno organizzando molte squadre, quindi mi affido a loro per completare il team.
Come mi accade spesso ultimamente, mi prende l’entusiasmo dell’iscrizione ma non tanto poi la voglia di correre. Così è successo anche ieri.

La sveglia prima ancora che si alzi il sole, per me che lavoro di pomeriggio è sempre un trauma, anche se appena tiri su la tapparella vedi albeggiare piano piano e il cielo grigio lentamente inizia a schiarirsi privo di nuvole. Ma non davano diluvio tutto il giorno? Con questa convinzione, la sera prima avevo preparato la borsa con tuta lunga, felpa, manicotti, kway..ma dove pensavo di andare al Polo Nord? Di certo non sto a svuotare la borsa, che comunque non si sa mai, e finalmente esco di casa. Sempre poco convinta. Arrivo in anticipo, parcheggio come sempre esattamente davanti all’Arena sperando di non prendere la multa (e anche stavolta l’ho scampata), metto in spalla la borsa da un quintale e mi incammino baldanzosa sotto la porta che mi condurrà nel prato. E, diciamocelo, entrare all’Arena è sempre un’emozione. Correrci poi, è esaltante.

Raggiungo il gruppo rosa delle Wir, questa volta anche io corro con la loro maglia e ne sono fiera, saluti baci sorrisi e il consueto, per me, giro degli sponsor che come Regina del Gadget devo portare a casa il più possibile! Raccolgo tipo 30 bustine miste allo stand della Weleda, barrette e mini barrette allo stand della Named Sport, passo da E.On e compilando un foglio mi regalano una maglia tecnica, che metti che rimango senza, pure due scaccia stress che servono sempre, al limite puoi lanciarli addosso a qualcuno senza per questo causare grandi danni. Mi aggiro sul prato e inizio a salutare tutte le persone che conosco, i marziani innanzitutto, che sono moltissimi, questa è una gara anche se non competitiva, molto sentita e ieri era il compleanno di Fabrizio, nostro Capitano e il non aver fatto squadra con loro mi dispiace molto, ma all’amor non si comanda <3!

Amiche e amici che fanno parte di altri gruppi, oggi siamo tutti qua, e la giornata inizia a scaldarsi sotto tutti i punti di vista. Con le Wir iniziamo a prendere posto sugli spalti, dove facciamo il nostro quartier generale, distribuzione dei pacchi gara con pettorali e con il fatidico Tasuki, la fascia rossa da passare al componente successivo a te come un testimone, una volta che tu hai concluso la tua tratta. Ci spilliamo i pettorali. Il team RunLikeNeverBefore ha il numero 336. Ogni team ne ha 6, uno per ogni partecipante e vanno messi nell’ordine in cui è stata iscritta la squadra. Personalmente avevo deciso di fare la terza tratta, quella da 10km, perché settimana scorsa ho iniziato una tabella di allenamento che mi porterà a fare una mezza maratona a novembre e quindi domenica avevo esattamente 10km… ma mentre mi spillo il pettorale non è che proprio sono felicissima della mia decisione.

Correre ultimamente mi fa una gran fatica. Gli spalti dell’Arena si stanno riempiendo, i gruppi si distinguono dal colore delle magliette, tanti indossano quella ufficiale, ma moltissimi quella del gruppo sportivo di cui fanno parte e volgendo lo sguardo verso le gradinate le macchie di rosso, rosa fluo, giallo e moltissimi altri colori colorano tutta l’Arena. Ridendo scherzando facendo foto e selfie, in un attimo sono già le 9.45. E ora, per i primi a partire, di prepararsi e andare sotto il gonfiabile della partenza. Come inviata specialissima, scatto foto a tutti e in continuazione, tipo invasata. La partenza è situata esattamente all’opposto della tribune, e quello sarà anche l’arrivo dell’ultimo staffettista. Mentre sotto gli spalti c’è tutta la zona cambio delle tratte. Ognuno di noi partirà e finirà nell’Arena la propria tratta della staffetta, in modo che tutti i componenti di tutte le squadra, dai box e dagli spalti, potranno tifare i propri corridori incitandoli quando partono e complimentarsi al loro arrivo.

Tornando alla partenza, Luca, la fantastica voce che ci accompagnerà tutto il giorno instancabilmente, inizia a fare il countdown. Per fare le foto mi sono posizionata appena prima dell’uscita dall’Arena, dove i suonatori di tamburi tradizionali Taiko, iniziano a battere sui loro strumenti con potenza. Tre, due, uno…partitiiiiiii!!!!! Cioè, delle schegge! E quando poi arriva questo attimo qua, della partenza, dove non puoi più tirarti indietro, dove non vuoi tirarti indietro, ecco..sei contenta di essere dove sei, di far parte dell’evento, di renderti conto che aspetti il tuo momento con ansia, fai il calcolo dei tempi per 7km, poi 5, poi dici oddio ora tocca a me, deve prendere il Tasuki, non devo perdere il chip, devo sorridere ai fotografi, non devo partire a bomba che poi muoio subito, devo bere prima, andare in bagno, dire a Simona e il Vinx di farmi delle foto quando parto, e quando arrivo col passaggio del testimone…aiutooooooo quante cose! Per stemperare l’attesa del primo concorrente, e del secondo, faccio intanto un po’ di foto e continuo a incontrare persone che conosco. Ognuno nel proprio box corrispondente al numero del pettorale, che è dove poi avverrà il cambio. Ecco Paola che arriva facendo un super tempone, inizia anche a far caldo, brava bravissima, parte a razzo Barbara per i suoi 5km, calcoliamo un tempo tra i 25 e i 30minuti.

Altre staffettiste delle Women in Run partono e arrivano, tutti sorridente, le partenza e gli arrivi danno una carica da paura, la Betty che urla il suo grido di battaglia: FORZA WIRRRR che ti spacca i timpani, Max super felice, la Manu che anche se non si allena ci ha messo pochissimo a fare i suoi 7, il Vinx con l’ansia da prestazione che è in squadra con quelli forti per davvero. Ma ora tocca a me. Lascio il cellulare in mani sicure per farmi fare foto che si riveleranno stupende, e parto. A bomba. Anzi, a bombazza! Purtroppo è così. E’ sempre così. Non ci si riesce a dosare.

La pista, gli amici che ti incitano, l’Arena, l’attesa, la partenza, il tasuki da infilare..no non ci si dosa. Mezzo giro dell’Arena che se non avevo le ali ai piedi quasi ci mancava. Passo sotto la porta e esco nel parco Sempione, devo finalmente riesco un po’ a rallentare altrimenti muoio. L’avrei fatto anche qualche metro prima..ma il fotografo era proprio lì appollaiato ad aspettarmi al varco! Corro e corro e corro, e guardo il Garmin e quando mi pare di andar troppo forte, invece che continuare su quella andatura rallento…a volte cammino ma proprio pochi passi, devo farne 10, continuo a ripetermi. Il tempo è pazzesco, un cielo blu che sembra maggio, un caldo che sembra giugno, ma le castagne matte da schivare per non scivolare ti dicono chiaramente che è ottobre. Corro e corro, e mi superano e supero anche io e saluto, e dai Superlù, e sorrisi al fotografo e 5 sono andati e, cavolo, si entra di nuovo dentro l’Arena…non lo sapevo…tutti che ti salutano, ti tifano, applaudono.. che momento esaltante!
E le Wir, e i Marziani, e gli Urbans, e tutti gli altri, applausi e grida di incitamento e ancora mezzo giro di pista a bombazza che muoio, ma cavolo come si fa a non sentirsi non dico un eore, ma una sportiva vera?!

Super esaltante..ma per fortuna si passa di nuovo sotto la porta e si esce nel parco, dove puoi rallentare, respirare, calmare, rallentare, respirare, calmare..e riprendere a un ritmo più decente, per lo meno più consono al mio cuore, e alle mie gambe. E via, di nuovo altro giro altro regalo, altri 5km tra gli alberi del Parco, l’Arco della Pace, il Castello Sforzesco. Turisti i che applaudono, bambini che salutano, ti guardi intorno per non pensare alla fatica, al caldo: gente che si sposa, gruppi che fanno ginnastica, ragazzi che giocano a basket, musica dalle radio, carretti dei gelati. E tu vai, e vai e vai che ora son 7, poi 8..e poi è un attimo che passi di nuovo sotto la Porta dell’Arena, mi sfilo mentre corro il Tasuki, lo stendo in maniera orizzontale come va fatto, che poi devo essere perfetta nella foto, e lo consegno tra affanno e sudore e sospiro di sollievo e contentezza a Francesca, che parte anche a lei a bomba, e per me ora è finita e solo sorrisi e complimenti e acqua, acqua, acqua da bere. Fermo il Garmin. Respiro, mi calmo, sorrido. Guardo il Garmin. Non ci credo. Non avevo voglia di svegliarmi stamattina. Non avevo voglissima di correre. E invece, toh, il mio miglior tempo. Da anni. Ora mi rilasso, mangio, torno a far foto e dal box incito tutte le altre, sto con loro a fare quello che loro han fatto con me. Applausi, incoraggiamento, foto. E’ una giornata stupenda. Siamo qua, tutte insieme, tutte unite da un’unica grande passione: la corsa. Aspettiamo l’arrivo di tutte le staffette Wir, e intanto come Marziana insieme agli altri Podisti da Marte veniamo chiamati sul palco, a salutare Fabrizio, a fare gli auguri al Capitano. Arrivano anche le ultime, che poi ultime non sono ma le più grandi, che subiscono il caldo peggiore e gli applausi di tutte noi!

Assistiamo alle premiazioni delle migliori staffette uomo, donna e miste. Recupero la mia borsa pesantissima, ora ancora di più perché ho anche tutti gli integratori e l’acqua del pacco ristoro e vado verso casa. Felicità a mille. Adrenalina pure, esaltata più dal  post gara che dal durante, per la bellissima giornata trascorsa. Iniziano ad arrivare via messenger le notizie che è online la classifica con i risultati. No vabbè, allora ditelo che sono stata una scheggia. Due minuti meno rispetto al Garmin. Due minuti! Non si era mai visto. Ovvio che ha ragionissima la classifica ufficiale, non c’è neanche da metterlo in dubbio. Il miglior tempo di sempre. Incredibile.

Quindi la morale è questa: l’entusiasmo si trasforma nel tuo personal best. Le amiche in adrenalina. Il sole nella carica giusta. La barretta è un pagliativo. I sorrisi e gli abbracci nella miglior medaglia. E con questo punto di partenza tutto speciale, affronto serena tutti gli allenamenti che mi porteranno alla prossima mezza maratona.

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