I’m a finisher. I’m a TRIATHLETE

Vorrei fare un simpatico, e breve se riesco, resoconto di quello che è stato per me, ieri, l’esordio in una gara di triathlon. Olimpico per la precisione. il Triathlon Olimpico Idroscalo organizzato da EcoRace. Premesso che, come solo Roberto ben sa e può confermare, il mio allenamento è iniziato una settimana dopo la Maratona di Milano, quindi due settimane fa, ecco le mie sedute per affrontare l’impresa (ma voi iniziate prima che è meglio): 3uscite3 in bici, 6run6 da 5km + un 14km domenica scorsa e un bel 2nuotate2 in piscina.

Mai provata la muta in vita mia, se non venerdì, a casa, per metterla e toglierla, quindi ieri in acqua il primo esperimento. Mai nuotato in acque libere per una gara, quindi ieri il primo approccio. Mai salita in bike dopo una nuotata, fatto un solo combinato 10 giorni fa, e vabbè la corsa almeno un pochino nelle gambe l’avevo anche se ero un po’ stufa. Quindi ecco, dopo una settimana che non è che dormissi benissimo per via dell’Idroscalo inteso come acqua da affrontare, è arrivato il Giorno. Il tempo e la temperatura sono perfetti. Come consigliato da Francesca, entro in acqua prima della partenza per prendere confidenza, non è neanche tanto fredda e..aiuto, galleggio di bestia!! Sensazione stranissima ma non sono spaventata, neanche dal verde dell’acqua che comunque è pulita.

Partiamo, tutte con la cuffia rosa e di nero vestite, fortuna che lo smalto che ho scelto è in tinta pure con la cuffia, altrimenti era un casino. Si va, a parte un po’ la fatica e il non respirare benissimo all’inizio, vado di dorso rana e ci manca che faccia pure il delfino della Punta dell’Est, il primo rettilineo lo faccio tenendo sempre d’occhio la barca di salvataggio, guardo bene tutte le piante del fondale che pare di essere nella giungla di Mowgli ma non fa impressione e arrivo finalmente alla prima boa, non sono sola anche se ultima quindi mi rilasso, forse troppo, e vado via serena.. a quasi un terzo del nuoto spero di non farcela a stare nel tempo indicato perché è davvero una fatica immane.. poi improvvisamente alle spalle ci raggiunge un’orda di nuotatori impazziti, bolle ovunque che non si vede niente mani gambe piedi non si capisce una cippa..sono i primi della batteria uomini e minkia!, che spaventone! Ma dovete stare tutti calmissimi!!!

Raggiungo finalmente il pontile dove due energumeni mi tirano su di peso, ma pure voi dovete stare calmissimi che mica sono di pezza, e niente sbatto uno stinco e mi pare di sanguinare, ma appena uscita ecco che la Giò è lì di fronte a far foto e devo sorridere anche se mi sembra di non aver più una gamba! Corro e vedo, o sento gli incitamenti di Pino, Emilio, Maurizio, Rocco e poi anche il pubblico..sensazione stranissima non è che vado via proprio benissimo dopo esser stata orizzontale per 40 minuti, barcollo ma non mollo.

Arrivo alla prima transizione, la fatidica T1, via muta e cuffia e occhialini e tappini e metti calze scarpette soffiati il naso infila il giubbino che sotto la muta son fradicia e poi in bici c’è vento, metti il casco gli occhiali e scendi la bici dalla rastrelliera, e corri per uscire dalla zona franca e sali in bici quando te lo dicono loro, aggancia una scarpa poi l’altra, metti i guantini mangia una barretta e bevi bevi bevi e finalmente mi rilasso un attimo e dico: cavolo non mi hanno fermata, son stata nei 45 minuti di tempo limite, che figata!!

E via che si arriva sul vialone che circonda l’Idroscalo ed è chiuso al traffico ed una sensazione di potenza mai provata, silenziosissimo tutto, la strada è tutta nostra e poi all’improvviso senti un rumore-non rumore alle tue spalle e sono i gruppi di ciclisti che arrivano, e quel rumore che è tipico delle ruote che girano nel vento, nel silenzio, non parla nessuno,una cosa bellissima, tutto il percorso in bici col sorriso ebete a guardare le scie in senso opposto e vado via per la mia strada, e la frazione nuoto è dimenticata, ora sono qua ed è bello, bello, bello in modo assurdo. Incrocio Robi più di una volta ma è troppo concentrato mentre io proprio mi godo tutto, la strada, i volontari che saluto, i sorrisi ai fotografi, i gesti dei ciclisti e i gruppi tutti in scia che ti superano, perfetti, allineati, precisi, eleganti, aerodinamici, i giri di boa di cui uno strettissimo dove tutti insieme frenano senza danni, fanno segnali che imparo sul momento, poi inizia un po’ a piovere e si alza un pochino il vento, e mi dispiacerebbe fermarmi ma finisce subito senza neanche che me ne accorga e via ancora due lap, e poi sono al settimo e anche questa frazione finisce, e arrivo alla linea di stop e chiedo ma devo scendere? si!

Ed eccomi alla T2, sganciare le scarpe dai pedali e poi correre e togliersi tutto, appendere la bici infilare le scarpette girare il pettorale schiacciare bottoni a caso del Garmin gente che ti incita, che applaude e son pervasa da un’emozione incredibile, questa cosa è un’esperienza adrenalinica pazzesca, e inizia la corsa che insomma un pò mi stufa, ma sto bene sulle gambe anche dopo un’ora e mezza di bici, e vado sul rettilineo e sapere che sono 3 giri da 3 km mi tranquillizza, conosco il percorso e a correre siamo ancora in tanti, Roberto lo vedo a tutti i giri, e anche Fabio e Luca, e poi, poi..poi è l’ultimo giro e lì c’è il tappeto verde che ti porta al traguardo e ce l’ho fatta.

E’ finita, È FINITA! e Pino e la Giò che fanno foto e mi gridano e lo speaker che dice il mio nome, che dice che è finita che sono una triatleta ed è incredibile, le braccia al cielo e Roberto subito dopo il traguardo ad aspettarmi, per abbracciarmi e io sono strafelice, stracontenta!!! E si, cavolo, CE L’HO FATTA! non ci credevo così tanto, tutta l’agitazione che neanche quando dovevo fare la Maratona, e l’arrivo dio è stato superemozionante! E la gara, un divertimento puro! Ed stato fantastico, tutto quanto perfino l’acqua dell’idroscalo! Da rifare, subitissimo!

Ok, mi calmo un attimo, perché degli appunti devo comunque farli: non bastano 3 mani di smalto che comunque l’idroscalo te li corrode, il trucco ha resistito a tutto, ma i segni degli occhialini li ho avuti fino alle 8 di sera, quindi per le foto solo con occhiali da sole, salire da soli dal pontile è consigliabile se non vuoi perdere l’uso di una gamba, evitare il gilet in bici che altrimenti il top non si asciuga più e si rischiano conseguenze (a me è andata bene per fortuna), ho imparato a fare quella cosa oscena col naso come fanno gli uomini, non so se è un bene, mangiare la pasta più di due ore prima, che in acqua ti si ripropone con una certa insistenza, le infradita in tinta sono importanti, evitare di portarsi dietro l’armadio come ho fatto io, che non è necessario soprattutto se abiti a 15 minuti dalla gara. Solo un appunto all’organizzazione, solo uno: ragazzi, LA MEDAGLIA!

E sopratutto, crederci, buttarsi, provare! Divertimento allo stato puro. INDIMENTICABILE!

I’M A FINISHER • I’M A TRIATHLETE

 

 

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