Corsa, lavoro, amici = connessione. Tre parole, un mondo che si apre. Può sembrare strano, o forse no, che le cose siano correlate, ma a me è proprio andata così. Il nuovo lavoro, che ho solo da un paio di settimane, è strettamente legato al networking che si è creato con la corsa. Una connessione iniziata anni fa.
Nel 2016 ho corso la mia prima Maratona, tra ansia leggerezza inconsapevolezza e tanto, tantissimo turpiloquio. Ancora non avevo il blog, ma avevo una motivazione gigante. Arrivata intorno al 3o-35esimo chilometro, diciamo più o meno in zona Gallaratese nel percorso di 4 anni fa, in un momento che è durato tutti gli ultimi 12 km, che non ne potevo più, che volevo fermarmi, tornare a casa, piangere, camminando e sbuffando e maledicendo me stessa il mondo e il fatto di essere lì, ho conosciuto, più o meno nella mia stessa situazione, Rossana e tra un piede davanti all’altro, piano e di corsa e di nuovo camminando, abbiamo iniziato a chiacchierare, fino ad arrivare al traguardo più o meno insieme, sofferenti, soddisfatte, in lacrime. Io l’avevo riconosciuta perchè lei sì, aveva già un blog che parla di running, Mademoiselle Running, che seguivo su Fb e su Instagram.
Poi negli anni ci siamo incrociate a qualche evento, a qualche altra corsa milanese. Ciao ciao come va, niente di più, niente di che. Non sapevo neanche che lavoro facesse.
Neppure quali amicizie potessimo avere in comune. Due anni fa, come ogni settembre negli ultimi dieci anni, iniziai a spammare via mail il mio cv e notai che il suo nome era uno fra i destinatari. Ma ci feci relativamente caso. Perchè sì, è vero che ci siamo conosciute, ma quando sei al 35esimo della tua prima Maratona non è che stai proprio li a dirti che lavoro fai, qual è il tuo cognome, dove abiti, aspetta che ti mando il curriculum. Quando sei al trentacinquesimo il tuo unico sogno, il solo desiderio è vedere la fine, il traguardo e se ti stai trascinando sui gomiti, le parole che escono dalla tua bocca in quei momenti solitamente sono irripetibili!
I curriculum inviati fecero, suppongo, la fine che fanno quasi tutti: nel cestino, nel dimenticatoio, nell’organico al completo ma grazie terremo in considerazione la sua offerta.
Poi ci fu la Polimirun, quella del 2018. Una delle mie 10km preferite di Milano. Quando la svolta arriva senza preavviso, piano piano e neanche te ne accorgi. Fu in quell’occasione che il networking ha fatto il suo corso, inconsapevolmente. O forse no. Anzi sì, perché mai e poi mai avrei pensato di venir lasciata a casa dal lavoro, per una scelta non mia.
Greta, colei che ha portato in Italia 261 Fearless Club, pr di un brand sportivo e amica conosciuta tramite la corsa (e amica di Rossana da tanti anni),è il collante che ci fa rincontrare, invitandoci, con altre blogger e giornaliste, a partecipare alla corsa tutte insieme. Abbiamo quindi modo di chiacchierare un pò di più, di raccontarci la vita, di conoscerci. Io, in redazione con un contratto di solidarietà da tantissimi anni, ho un sacco i tempo libero, lei giornalista in un ufficio con quattro testate e con la necessità a volte, in chiusura, di una mano in più nel reparto grafico. Ne parliamo per caso, ma passiamo un appuntamento. Così vado a fare un primo colloquio, poi un secondo e un terzo. E inizio a collaborare, al momento del bisogno. Quando servo, vado. E intanto mi alleno.
Nel frattempo, ad agosto scorso, sono stata cortesemente accompagnata alla porta. E ora eccomi qua. Assunta a tempo indeterminato, dopo solo 5 mesi di disoccupazione. Certo sono stati anche incastri perfetti, di essere al posto giusto nel momento giusto. Sopratutto la cosa vincente in tutta questa situazione è stato il networking, la rete di contatti, non tanto la raccomandazione che in questo caso era inesistente visto che non ci conoscevamo granchè, certo è importante anche la sensazione a prima vista, il primo impatto, ispirare fiducia, competenza, passione. Ma il networking ha fatto la differenza, il raccontarsi e ascoltare. Parlare senza avere imbarazzo nel dire di non avere più un’occupazione fissa, ad esempio.
In questo percorso ho anche avuto il supporto di Federica, career coach, consulente di outplacement, che mi ha dato consigli, motivazione, sostegno.
Ora il nostro networking si trasforma in una staffetta. Abbiamo deciso di partecipare insieme, con Pigeons Project Milano -Homies alla Relay Milano Marathon per Sport senza Frontiere Onlus, a sostegno della campagna Run For Good e Joy SSF Summer Camp (ma questa è un’altra storia, presto sul blog) perché le connessioni non sono solo digitali ma sopratutto umane.