Non ho mai particolarmente sposato la filosofia del Non mollare mai. Credo che, al contrario, ci siano più di una situazione nello sport come nella vita, che invece bisogna mollare, arrendersi, riprendersi, ricostruirsi. Ripartire.
Mi sentivo abbastanza tranquilla domenica (7.05.2022), prima gara di triathlon sprint dopo ben due anni e mezzo di fermo. Fermo dovuto alla pandemia, ma sopratutto al fatto che, come ci siamo chiusi in casa, mi è passata la voglia di allenarmi. La corsa sopratutto è proprio uno sport che non mi piace più.. Non riesco più a correre, non faccio due chilometri consecutivi, non riesco a capire ne il motivo ne dove poter trovare invece la motivazione per ripartire. Ma poi, onestamente, la sto cercando oppure no?
Neanche i kg in più messi in questi due anni di quasi totale stop a qualsiasi forma di allenamento sono una motivazione valida. Ho ripreso a ottobre in vista del Mezzo Ironman al quale, presa di incontenibile euforia, mi ero iscritta subito dopo aver concluso quello di Cervia, nel 2019. Che poi non è che sia stata una passeggiata, visto che per ben 7 ore sono stata in ballo e anche in quella occasione la corsa è stata la disciplina più sofferta, più lunga, interminabile.
Eppure, la gioia all’arrivo è stat talmente tanta che appena hanno riaperto mi sono riscritta. Bisogna pensare di più certe volte. Contare fino a 100 e se non basta fino a 100.ooo!
Ora, come una spada di Damocle, avevo questa iscrizione che ho rimbalzato, spostato, rimandato per due anni e quindi a ottobre scorso, per non buttare via 300 euro di pettorale, ho decido di volerci riprovare. Sia mai che in un anno ritrovi voglia, motivazione, energia, mobilità, testa, gambe, fiato. Voglia.
E invece.
Invece dopo 7 mesi continuo a non “riuscire” a correre neppure 5 km, stufarmi dopo uno, far fatica a portare a casa un allenamento fatto di corsa e camminata alternata. Mentre per il nuoto e la bici (e i rulli) non sento tutta questa sofferenza e sfinimento e difficoltà, per la corsa non mi è cosi facile mettere un piede davanti all’altro, un passo dopo l’altro. Certo, posso anche lasciar perdere, non mi paga nessuno e nessuno mi punta una pistola alla tempia. E infatti di sicuro il 70.3 non lo farò a ottobre, ne mai più.
E pazienza, ci ho provato.
Ma anche lo Sprint di domenica all’Idroscalo non è stato da meno, anzi. Attacco di panico in acqua, e ci può stare, prima gara prima muta prime acque libere prima tutto dopo 32 mesi. Ma sopratutto dopo la bici, che ho fatto tranquillamente, è iniziata l’agonia, appena partita con la frazione run, mi è venuto un attacco di panico, pianto, respiro affannato, pancione gonfio, crampi allo stomaco. Insomma, niente di bello. E allora davvero vale la pena non mollare mai se è cosi mentalmente e fisicamente difficile?
Tutti a dirmi brava, l’hai finito, meglio qua che sul divano, ti sei alzata e hai combattuto e lottato e non mollato. Ho confermato ancora una volta che non sempre le persone che ti sono vicine sono quelle giuste con le quali parlare in certi momenti. Soprattutto se non ascoltano e mettono nelle loro risposte il loro io, il loro anche a me, il loro a me invece. Alla fine tu, che vorresti sfogarti e cercare magari uno spunto per capire, chiudi la bocca, i pensieri, le emozioni e le sensazioni perché tanto non è più il tuo problema che stai affrontando ma i cazzi di chi ti sta di fronte. Che anche, chissenefrega in quel momento ecco. Tutti a farla semplice, mentre è più complicato di cosi. Perché naturalmente un infortunio fisico lo vedi mentre un blocco della testa no.
Ma davvero brava? Io credo invece che sia uno sforzo inutile e poco motivante ma sopratutto frustrante. Non tanto arrivare ultima, ma ultima in quelle condizioni. Ok dopo un km mi sono ripresa più o meno, e grazie alla persona del servizio scopa che mi seguiva in bici, che è stato zitto quando doveva e ha chiacchierato quando era il momento, ho portato a termine sti 5 km della morte. La sua presenza è stato molto confortante, era calma e mi sono calmata. E tagliato il traguardo l’unica decisione possibile è stata non farmi più del male. Riprenderò quando e se ne avrò voglia, forse l’età e la menopausa richiedono altri tipi di sport. O no?