PisaMarathon. Un week end in trasferta

Una decisione presa mesi fa, quella di partecipare alla Mezza di Pisa. Si prenota l’hotel, si decide di scendere in auto. Siamo in due, Francesca ed io. Poi Francesca purtroppo deve rinunciare, e io da sola sono un pò indecisa se andare. Casualmente ne parlo a una cena di amici e scopro che una manciata di Women in Run e un gruppetto di Urban Runners vanno a Pisa.

Tra mille peripezie mie, tieni l’hotel, disdici, dormo qua dormo là scendo in treno hai posto in macchina prenoto un volo una pedalata fin là che ci vuole, ecco che alla fine tutti i tasselli vanno al loro posto e trovo un passaggio in macchina con i ragazzi e un posto letto a casa di Tessa, che io neanche conosco, che ci ospita praticamente tutti.

Partenza bella sciallata alle 12 di sabato mattina, che poi sono diventate l’una che a Milano, come nel resto del mondo, è il week end prima di Natale, quindi via tutti sulle auto a intasare le strade alla caccia di regali a suonare clacson a farci partire tardissimo. La macchinata è composta da ben 4 runner fuoriclasse, Gianluca Fabio Marco e Noppy, i fatidici bomber Urban,  chissà che la vicinanza non mi dia un po’ della loro velocità, ma che importa si viaggia insieme tra il freddo e la nebbia che ci accompagna su tutta la Serravalle e neanche una sosta, che so, di venti minuti all’outlet. Niente, neanche preso in considerazione. Via, bisogna andare, la Valentina è al Village con lo stand, dobbiamo raggiungerla, ritirare i pettorali, la maglia. Devo capire se l’outfit scelto si sposa bene con la maglia ufficiale della gara. D’altronde, i fotografi son sempre dietro l’angolo.

Si arriva, fa freddino, dicono che qua a Pisa oggi c’è stato di tutto, pure la grandine ma ora il cielo è tutto azzurro e rosa. Al Village c’è tanta gente per la gara di domani, che propone la Maratona, la Mezza e due distanze più brevi. Sergio fa un pò gli onori di casa, Cesare è una trottola che gira e scrive comunicati stampa, Emanuele e Michele con un sorriso per tutti, Marcella che non vedevo da tantissimo e Roberta che è un pò intimorita dal fatto che domani correrà la sua prima mezza maratona.

Si va, si smonta baracca e burattini, raggiungiamo casa di Tessa dove ci sono i suoi genitori e Barbara, tutti già con le gambe sotto il tavolo in attesa di abbuffarci sulla pasta al pesto, il salmone alla griglia con incendio incorporato ma poi domato, verdure al forno e dolcetti alle mandorle. Ospitalità ai massimi livelli (grazie Tessa!), in una casa meravigliosa dalla quale si vede addirittura la Torre di Pisa.

Tutti a letto adesso, che domani è giorno di gara. Metà di noi affrontano a Maratona, l’altra metà la Mezza. Indecisa sul’abbigliamento, alla fine tolgo una delle maglie. Usciamo tardi di casa, troppo tardi. Tra la sacca al deposito, il bagno, le foto sotto la torre e raggiungere le grigie, arriviamo alla partenza praticamente al countdown.

Quattro, tre, due, uno…PARTITI! Partenza, col cuore in gola, in Piazza dei Miracoli si corre sul lungarno, saluto sul percorso Enrico, Rita che fanno la maratona, vedo Betty facciamo un pezzo insieme, poi la partenza repentina mi fa fermare, mi viene da star male. Mi fermo. Respiro. Riprendo la corsa e vado via piuttosto serena. Le Levitate non mi danno alcun problema al tendine rotuleo mai, in nessun momento della gara.

I partecipanti sono tanti, i guanti via che fa caldo, il pantalone lungo è eccessivo e lo sapevo e via in serenità fino al decimo km, i pacer non li becco mai quindi niente, vado da me, a sensazione che oggi con lo stomaco son un pò sottosopra. Il percorso esce dalla città, sembra quasi una tapasciata, ma sull’asfalto ovviamente. Campi, cipressi, chiese. Temperatura ottima. Il panorama è molto bello, rilassante. Sulla strade non c’è nessuno a fare tifo. I runner sono tutti silenziosi e concentrati.

Al 13km si gira e si torna indietro. E inizia la mazzata. Un drittone fino a Pisa, in falsopiano sembra ma forse sono solo stanca, rallento accelero rallento.. uff, mi annoio, non c’è niente da guardare, parlo con le persone, faccio fatica, mi fan male i quadricipiti. Poi mancano 4 chilometri, poi tre poi finalmente ci siamo. I vicoli stretti, i passanti fermi alle transenne ad applaudire, in lontananza la vista del Duomo. Gli ultimi 500 metri dove cerchi l’energia, la volata, alzi le ginocchia, su bene dritta con la schiena, le spalle larghe, il sorriso stampato, le dita in segno di vittoria.

La curva davanti alla Piazza dei Miracoli, la Torre, il Battistero, il Duomo stagliati contro un cielo meraviglioso, lo speaker che dice il tuo nome, il suono del chip, le braccia al cielo, i fotografi schierati subito dopo il traguardo. La medaglia.

La mia Pisanina. Non sotto le due ore, ma non m’importa proprio niente.. due minuti sopra che è tutto sempre regalato visto i non allenamenti di corsa, le non ripetute, i non allunghi, i non lunghi. Va strabenissimo così.

Poi a casa, la doccia, tutti gli altri che han finito la mezza molto prima di me. Si ritorna al traguardo ad aspettare i maratoneti che sono stati tutti bravissimi e velocissimi, e via anche loro a fare la doccia. Noi intanto ci si ferma per un aperitivo sotto la torre, di fianco all’arrivo in attesa di Valentina, pacer delle 4:45, per poi andare a pranzo tutti insieme. Un gruppo unitissimo e anche se sono un’infiltrata dell’ultim’ora mi pare di essere bene accolta.

Intanto che si preparano, rimango sulla linea del traguardo con le Wir ad aspettare Enrico e Soledad e Rita, alla loro prima Maratona. Arrivano dopo quasi un’oretta, sbananati, distrutti, in lacrime, ma felicissimi di aver concluso questa impresa che è la Maratona. Io corro al ristorante e finalmente diamo del cibo ai nostri corpi affamati.

Poi è ora di partire, sistemare la valigia, bere l’ultimo caffè, salutare e ringraziare per l’ospitalità. E’ buio, la temperature è mite, saliamo in macchina, accendiamo la musica e torniamo a Milano.

Con un sorriso in più, una medaglia in più, una soddisfazione in più, e probabilmente degli amici in più.

Viva le trasferte!

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