21 aprile-21 maggio. Un mese a bomba che volevo chiudere con la PolimiRun di stamattina, ma proprio non ce ‘ho fatta. La stanchezza, e il sonno, hanno avuto il sopravvento.
Un mese che è partito due mesi fa con l’allenamento, sempre in ritardo, per affrontare il primo triathlon olimpico dell’anno per me, il Triathlon Internazionale di Milano che si è tenuto all’Idroscalo il 21 aprile, e terminato ieri con un altro triathlon olimpico, il Sea Milano DeeJay Tri.
Nel mezzo, 30 giorni senza sosta. Una tabella gigante appesa in cucina che non lascia scampo. Allenamenti fatti di vasche su vasche in piscina con esercizi mirati, uscite in bici, corse al chiuso e all’aperto, sessioni di yoga, pilates, potenziamento.
Il primo triathlon di stagione è andato con qualche attacco di panico di acqua e la corsa piuttosto sofferta come racconto qui nel post gara. La delusione alla fine della gara è stata piuttosto alta, ma con la consapevolezza di poter far meglio al secondo.
In un giorno infrasettimanale della prima settimana partecipo alla presentazione dei Booster Bv sport, a Sondrio. Sveglia all’alba ma la giornata in mezzo alla Natura ripaga di tutto. Corsetta fra i monti e lezione di yoga. Un toccasana, che si conclude con un ottimo pranzo e un buon vino rosso.
Il resto della settimana seguo, stranamente, alla lettera la tabella del nuoto, un pò meno quella della corsa. Ma ci dò dentro con squat e affondi e stretching sopratutto per i problemi di piriforme. E anche con qualche massaggio, fatto di sofferenza e di sollievo.
Nel frattempo arriva la domenica in cui si corre la Wings for Life World Run, ma quest’anno non mi sono iscritta e ho deciso di seguirla in bici, anche come allenamento. esperienza e punto di vista diverso, come racconto qua nell’articolo dedicato.
Tra la Wings e il week end dopo, parto per un nuovo lavoro e giro un pò il Nord Italia, tre giorni in macchina sulle strade deserte, corro 6 km per conto mio nel silenzio della campagne parmensi e faccio il mio personal best.
Poi arriva il sabato della Cosmo Run. Altro pb inaspettato, forse davvero la scelta di concentrarmi su 5 e 10 km è quella giusta. Molto molto contenta, la mattinata è volata in questa prima edizione della CosmoRun, piena di eventi sportivi e di beauty. Pomeriggio in bici con Chiara, molto easy, poi a letto presto che la sveglia per l’indomani è puntata alle 4.30.
In vena di provare nuove competizioni, mi sono iscritta alla 24×1 h di Zeloforamagno. Un’ora di corsa in pista. Pensavo fosse una cosa allucinante, invece mi è piaciuta molto. Ho corso dalle 7 alle 8, il caldo ancora non era arrivato, e il sole si stava alzando. Ventisei giri di pista per un totale di poco più di 11km, anche stavolta ho fatto un buon tempo sui 10.000 e la corsa in pista è stata molto allenante. Pensieri liberi, gambe che andavano da sole.
La quarta settimana inizia con un lunedì super adrenalinico. Si va a Predazzo alla scoperta del percorso della RedBul 4oo. Un percorso tutto in salita, con pendenza al 78% lungo 400 metri con dislivello di 135 metri. Un’altra nuova sfida, superata, da aggiungere al mio palmares. Anche se fatta quasi tutta camminando, è stata un’emozione fortissima arrivare in cima e sentirsi il Re del Mondo, la Natura tutta intorno e il cuore che batteva all’impazzata. Da rimanere senza fiato, sia per la fatica che per la bellezza.
Ma il Triathlon è davvero alle porte, quindi qualche altra uscita in bici, e ancora in piscina e in palestra. Questa è anche la settimana della prima tappa della Run5.30, che naturalmente farò.
Arriva venerdì. La sveglia è alle 3.30 del mattino dopo una serata passata all’Alcatraz a vedere il bellissimo concerto di Samuel, dei Subsonica, che presentava il suo nuovo disco da solista. Quindi sfumata l’idea di andare a letto presto, dormo solo un paio d’ore. Ma l’atmosfera che si respira ai Giardini pubblici Idro Montanelli, dove parte la 5.30 è talmente festosa e serena che il sonno passa subito.
Confermo anche in questa corsa la media delle 2 gare precedenti sui 5km, la finisco in 27 minuti nonostante il riposo alle spalle sia zero e quindi sono stra contenta. Appena rimetto piede in casa, mi infili sotto le coperte, perché il turno al giornale stasera finisce a mezzanotte e domani è Triathlon di nuovo!
E ci siamo. Il gran finale di questo mese a bomba è arrivato. Preparo tutto lo zaino per partecipare finalmente al Deejay Tri, prima edizione. La giornata si prospetta calda, ricontrollo tutto almeno tre volte, infilo il casco e inforco la bici. Direzione Idroscalo, un 10 km di riscaldamento che tanto oggi non ho niente da fare. Arrivo in zona verso le 10.30 e mi metto in coda per il ritiro del pettorale. C’è tutto il tempo e sono super calma.
Ritiro la muta allo stand di AquaSphere, saluto Ivan Risti, il sole è caldissimo, la muta non è più obbligatoria ma naturalmente non c’è dubbio che la indosserò comunque. Mangio il riso con pollo e fagioli che mi ha consigliato il mio amico Ale ed effettivamente è stata una scelta azzeccata. Porto la bici in zona cambio e deposito lo zaino.
Stavolta cercherò di non farmi fregare dal panico e con Flora decidiamo di entrare in acqua una mezzora prima della partenza. La temperatura è perfetta, nuotiamo fino alla prima boa e ritorno. La sensazione di oppressione data dalla muta, dal cuore che batte, dall’acqua pare allontanata. Vediamo una volta che danno il via, se nella tonnara riesco a mantenere la calma.
Il brief è in ritardo e quando spiegano il percorso nuoto, il più contorto, tutte le ragazze sono in griglia. Si va, e che il karma sia con me. Ancora ora, il giorno dopo, non mi spiego come abbia fatto a fare 1.663 metri in 33 minuti. Nonostante abbia sbagliato rotta e quindi perso dei minuti sono andata davvero bene, per i miei parametri, senza panico neppure quando c’è stato l’assalto delle batterie maschili, che sono arrivate come squali.
La bici stavolta la soffro un po’, il percorso non è bellissimo come l’altra volta, sono quattro lap da 10km con giri di boa molto stretti e l’ingresso nel centro Ibm con dossi e i carrelli dei cancelli scorrevoli un po’ fastidiosi. Tanti cadono sullo stradone, e sopratutto vedo che in molti bucano. Fortuna che non capita a me perché dovrei ritirarmi. Tengo una media molto bassa, neanche 26km/h ma mi bruciano le gambe, e forse tutta la stanchezza inizia a sentirsi.
La corsa..vabbè pago il fatto anche questo giro di non aver fatto combinati. Quindi sto muta e non dico niente. Il giro prevede i 6 km dell’Idroscalo più un bastone di quattro avanti e indietro e l’arrivo sul tappeto rosso. Il tempo finale è quello che è ma anche stavolta sono finisher. E contenta.
Mangio direttamente all’idroscalo con il buono del pasta party, infilo lo zaino, inforco di nuovo la bici e mi sparo altri 10km per tornare a casa. Distrutta. Il pensiero di fare la Polimirun domani un p0′ mi attanaglia. Dormo di un sonno mai visto, la sveglia è comunque puntata alle 7, ma rinuncio. Davvero altri 10 km non riuscirei ad affrontarli. Mi spiace molto perché ci tenevo tanto, so che sarebbe stata una grande festa con 8000 iscritti, una bomba davvero. Ma non posso neanche distruggermi.
Fine di un mese a bomba.
Ora solo riposo, relax e recupero. La regola delle tre erre che ho inventato adesso. Anche perché la bilancia mi sta allertando. Sono pronta per la prova costume, ma forse pure troppo.
Solo che.. niente, ecco, ho già scritto al coach di prepararmi una tabella per la Mezza di Milano, a novembre. Nel frattempo bici corsa e nuoto ma tutto con mota calma, senza obbiettivi particolari, nessuna gare all’orizzonte, nessun triathlon e solo distanze brevi. Insomma, questa è un pò la vita dello sportivo, cosa possiamo farci? Non so quanto resisterò senza qualche garetta.. ma almeno una settimana dovrei farcela!