#YouCanBeHero/3. Salvatore, dal divano all’Olimpico passando dalla Relay

Salvatore correrà la sua prima gara non competitiva domenica prossima a Milano, partecipando alla terza frazione della Europ assistance relay Marathon. La staffetta dell’8 aprile sarà per lui l’occasione di indossare per la prima volta un pettorale, gareggiare in team, vivere l’esperienza di una manifestazione che coinvolge l’intera città, portarsi a casa la sua prima medaglia. Ecco le sue parole per raccontarci come si è avvicinato alla corsa e perchè vuole arrivare a fare un triathlon Olimpico entro l’anno.

ERO LI’ IMMOBILE SUL DIVANO…

Ero lì immobile sul mio divano, contemplavo la magnificenza del cosmo e della mia panza.Contemplavo come in fondo l’avere il fisico di una divinità, un essere che ha raggiunto il massimo grado di illuminazione, Buddha, mi si addicesse. E basta con queste storie che a 44 anni si possa essere ancora magri e in forma, dai. Il problema è che non sono in forma da un po’, o meglio, son in forma perchè TONDO è una forma!
Ok, let’s cut a long story short (come cantavano gli Spandau Ballet, prima che Tony Hadley decidesse di seguire il mio stesso programma di fatness), mi presento: Salvatore, maschio caucasico, 45 anni (lo so sopra ho scritto 44 ma era riferito al grado di buddhificazione massimo) INATTIVO, sportivamente parlando, dal 2008. Caratteristica importante che mi contraddistingue, sono capace, di fronte ad interlocutori qualificati, di sostenere discussioni in cui il grado di vaccate per metrosecondo raggiunge ritmi da guinness dei primati.
Ok, faccio il serio. Ho una famiglia splendida e due bimbi meravigliosi, cui devo una cosa: il dimostrare che la volontà è tutto quello che anima un cambiamento. In fondo è quello che ci insegna la natura, il bruco se resiste al cambiamento non diventerà mai una farfalla. E’ brutto essere schiavi del divano, ancor più essere schiavi del cibo, lo sono ancora, non riesco a essere equilibrato in quel che mangio.
Ma da settembre 2017 ho un obiettivo, un obiettivo ambizioso per il quale tutti mi spronano. Portare a termine un Triathlon Olimpico. Lo farò a settembre 2018, a Cesenatico.
La preparazione per il triathlon credo sia stata eliminata da poco dalle attività che la convenzione di Ginevra segnalava tra le torture e i crimini efferati verso il genere umano. A questo aggiungiamo che gran parte degli allenamenti, non volendo sottrarre neanche un minuto ai miei due pargoli, sono svolti al mattino, presto, molto presto… avete presente quell’ora in cui tornando a casa dite “«avessi atteso ancora 10 minuti potevo prendere il giornale all’edicola», ecco, a quell’ora io esco in bici o vado (ahaahahaha) a correre.
Correre. Parolona. Diciamo che vado a muovere in maniera ritmica me e il sacco di grasso di 25 kg che porto addosso. Conosco Superlù da lustri, da più di 20 anni e devo dire che, come le ho confessato a più riprese, è stata una delle mie più grandi motivazioni. Vedere il suo impegno, i suoi primi passi, le prime corse e la prima maratona, vedere quanto sudore, passione e impegno ci ha messo mi ha dimostrato, ancora una volta, che bisogna crederci e che la motivazione asciuga qualunque sudore e lenisce qualunque dolore.
Iniziare è stata abbastanza dura, ancora ricordo la prima volta che ho ripreso a correre, pochissimi metri, cuore a 200, ginocchia che urlavano, cervello che diceva «oh dai, mica farai seriamente? birretta?». Dolori, antinfiammatori, cadute. Cadute da cui mi sono sempre rialzato, con la convinzione che ogni passo era un passo avanti. E ora non torno indietro, non posso tornare indietro, il traguardo è lì davanti che mi aspetta, e ogni giorno mi ci avvicino, centimetro dopo centimetro.
Correrò con tre runner serie e appassionate, so bene che farò una pessima figura (ragazze mettetevi comode che arrivo eh…) ma so che alla fine di quegli sporchi sette chilometri (per noi mammut equivalgono a un paio di ere geologiche) avrò registrato il mio personal best sulla distanza, mi sentirò leggero e mi sarò allontanato ancora un po’ dal divano e dalla vita sedentaria che mi ha lentamente ma inesorabilmente fagocitato.
Sasà

#YouCanBeHero #RunToBeHero

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